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Cosa vuole da me questo grafico?

Abbiamo appena aperto la nostra attività, finalmente abbiamo tra le mani quella famosa stringa di numeri magici, la partita IVA!

Già nella nostra mente compare un bel nome e siamo sicuri che in due e due quattro, possiamo andare davanti al computer, con Word, e mettere insieme il più bel logo che si sia mai visto…

Dopo una serie di tentativi, ci rendiamo conto che scrivere “FIORISTA FIORELLA” o “LAVASECCO BOLLE DI SAPONE” e basta, è un po’ poco…

Andiamo su Google e cerchiamo “fiorista logo” oppure “marchio lavasecco”. Ne saltano fuori centinaia e centinaia.

A questo punto, ci rendiamo conto che anche con tutto l’impegno possibile e un triste tentativo con Paint, quel programmino divertente che ci danno in dotazione con Windows, non riusciamo a partorire niente di simile alla concorrenza.

Noi però abbiamo ancora un asso nella manica: “il cugino” che sa smanettare col computer!

Lo chiamiamo e lui ci assicura che è capace. Contrattiamo e con due birre e cinquanta Euro, in sei mesi, perché intanto si era dimenticato, ci tira fuori un marchio che tutto sommato è accettabile… Vabbé dai… passabile… sicuramente è meglio di ciò che avremmo potuto fare noi!

La strada però è ancora lunga e in salita. “Il famoso cugino” ci ha finalmente fornito il nostro logo in un bel file jpeg, le birre se l’è bevute e coi cinquanta Euro non vogliamo sapere cosa ci abbia fatto.

Ora siamo soli, noi e il nostro file jpeg.

Riprendiamo Word, che ci da sempre tanta sicurezza. Proviamo mettere insieme un bel bigliettino da visita e ci mettiamo su il nostro marchietto appena sfornato, ma qualcosa non funziona…

Tanto per cominciare quando proviamo a stampare, viene tutto sgranato.

Poi è grande, troppo grande.

Che colori starni!

Perché?

Siamo alla resa dei conti: stiamo prendendo coscienza dei nostri limiti ed inoltre non possiamo perdere tutto questo tempo!

La nostra attività deve partire e dobbiamo occuparci di tante altre cose. E’ dura ammetterlo, ma abbiamo bisogno di qualcuno che si faccia carico di tutta questa parte del lavoro e che lo sappia fare bene, non come “il cugino”… che poi, da che ramo della famiglia proviene quello lì non si è mai capito!

Insomma abbiamo un assoluto e disperato bisogno di un grafico. Torniamo su Google, questo ci riesce ancora bene. Ne troviamo uno anche vicino a casa, uno di quelli che lavorano in proprio e finalmente lo incontriamo.

Tralasciamo l’aspetto fisico. Si dice siano creature oscure, anche se molto pallide, che vivono alla sola luce dei loro monitor. Dopotutto sembra una persona cordiale e disponibile. Noi ancora preoccupati e leggermente sudati, gli raccontiamo tutte le nostre peripezie, lui ci ascolta facendo dei cenni garbati con la testa, come se avesse già sentito questo racconto migliaia di volte. Questo ci rassicura e cominciamo a rilassarci. Gli spieghiamo tutto quello di cui abbiamo bisogno. Ci chiede se abbiamo già un logo e noi con un certo orgoglio e conviti di far vedere che dopotutto sappiamo il fatto nostro, gli rispondiamo: “Certo, te lo posso inviare via mail, ce l’ho su un file di Word!”

D’improvviso questo fantastico idillio s’interrompe. Il grafico prova comunque ad accennare un educato sorriso, ma i suoi occhi lucidi, sono evidentemente iniettati di sangue. Si toglie gli occhiali, distoglie lo sguardo con una lieve smorfia, si pinza tra pollice e indice l’attaccatura del naso all’altezza degli occhi…

Rimaniamo a dir poco interdetti… non parla più e non si muove. Poi finalmente, dopo aver tirato un lungo sospiro, che ha cercato di rendere meno rumoroso possibile, ci guarda dritto negli occhi e comincia a parlare in una lingua aliena usando termini come: “CMYK, RGB, PSD, formati vettoriali, file raster,…”. Possiamo solo supporre si tratti di ciò che serve per raggiungere il nostro scopo. Usciamo dall’incontro più nervosi e confusi di prima.

Niente paura! #cosavuoledamequestografico è il blog che ci aiuterà a tradurre la spaventosa lingua dei grafici e ci dirà cosa dobbiamo fare per tenerli a bada. Ci spiegherà perché il logo su Word non va bene, perché le foto fatte con il telefonino non sono ideali per fare un catalogo, che cos’è la risoluzione e perché dopotutto, hanno ragione loro

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